Referendum: Renzi si rimangia la parola?
23 Giugno 2016Referendum, crescono i NO. Il premier non sa più che fare e, dopo aver pubblicamente dichiarato “Se vince il NO cambio mestiere”, ora forse ci ripensa: “Se me lo chiede il Pd…”
“Non sono come gli altri, se vince il NO cambio mestiere” aveva dichiarato, testualmente, un Renzi ancora convinto di poter deturpare la Costituzione con modifiche apportate da figure neanche minimamente paragonabili ai nostri padri costituenti.
Oggi, però, dopo la disfatta subita alle elezioni comunali e mentre i sondaggi danno tutti il NO in crescita, le gambe del premier con la p minuscola iniziano a tremare. “Ma se me lo chiedono”, pare abbia detto nei meandri di un Palazzo Chigi popolato da terrore ed incertezza.
Sembrerebbe, insomma, che il nostro premier con la p minuscola, non escluda l’idea di fare retromarcia, alla sua solita maniera. Non sarebbe certo la prima volta che Renzi non mantiene la parola. Questa, però, era una parola pesante quanto l’intero palazzo cui si è avvinghiato e non vuole mollare per nessuna ragione. Non mantenere la parola, in questo caso, farebbe perdere a Renzi quel briciolo di credibilità che gli è rimasto.
Più di ciò che ha fatto, non può certo tentare: ha monopolizzato la tv di Stato con la campagna referendaria per il sì. Continua a chiedere aiuto ai guru americani in fatto di comunicazione, ma i NO continuano a crescere. Tanto che sembrerebbe che circolino già alcuni nomi per il dopo Renzi.
Neanche la stampa, totalmente renziana, dopo la sconfitta dei ballottaggi, gli tiene più il gioco. Renzi è ormai fuori. Fare retromarcia adesso sarebbe la ciliegina su una torta malriuscita sin dall’inizio, con un operato politico fallimentare sotto ogni profilo. Sarebbe, un cambio di marcia da parte di Renzi, la fine ancor prima della fine da lui stesso stabilita. Il classico autogol ai rigori.
Acquista il mio libro: Qualcosa di Superiore