Cosa non si fa per 1 voto in più
1 Settembre 2015Un conto è spararne una al giorno. Ormai siamo abituati ad avere a capo del governo un burattino che, pur di riacquistare consensi, tira fuori una frottola al giorno. Ma l’ultima è davvero grossa: aumentare il disavanzo dei conti pubblici, pur di mantenere la promessa di abbassare le tasse. Traduzione: mandare il Paese in rovina, per non perdere voti.
Lui ne sembra convinto: “cercheremo di usare parte della flessibilità sui conti pubblici concessa da Bruxelles”, ha detto. Ma quale flessibilità, di grazia, signor presidente burattino, se gli spazi di manovra con la Commissione Europea sono ancora in gran parte oggetto di negoziazione?
L’idea, insomma, è talmente balorda da non essere condivisa dal suo stesso ministro Padoan, il quale ha detto chiaramente che, per essere credibile, “il taglio delle tasse deve venire da un taglio di spesa“ e “serve un orizzonte medio lungo“. No categorico, dunque, dal ministero delle Finanze, al finanziamento in deficit di oltre metà delle spese che saranno previste dalla prossima legge di Stabilità, compresa appunto la copertura dei mancati introiti fiscali. Un ammanco che peserà sui conti pubblici per circa 4,3 miliardi, sui 25-30 complessivi della manovra per il 2016 che il governo deve presentare entro metà ottobre.
In sostanza, la proposta del burattino , se messa in pratica, porterebbe l’Italia, nel giro di un anno circa, ai livelli della Grecia, già, per altro, ampiamente sfiorati.
I giochi saranno fatti nel giro dei prossimi mesi. Speriamo solo che qualcuno, lo stesso Padoan magari, riesca a muovere bene le corde del burattino. Ne va di mezzo il futuro del Paese.
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