“Per sempre”
14 Gennaio 2015Da “Una finestra sul mondo”
(Un assaggio)
Mattina di sole. Il mare si vede dalla terrazza come fosse ad un passo. Ad Anna viene voglia di tuffarcisi, nonostante sia il mese di novembre. E’ lì ospite del suo fidanzato. Hanno fatto colazione insieme, come tutte le mattine ed ora lei si gode la prima sigaretta della giornata, mentre parla al telefono con sua madre.
“Come stai gioia mia?” Maria inizia sempre così l’abituale telefonata mattutina con sua figlia. Anna, puntualmente preoccupata dal tono di voce mascheratamente tranquillo, risponde: “Io sto bene mamma, dimmi di voi. Come va?”
“Ma niente gioia, non voglio darti preoccupazioni”
“Tanto per cambiare” risponde Anna, quasi cinicamente. La mamma è un tipo estremamente apprensivo, soprattutto nei confronti del marito. Anche se lui avverte un dolore al tallone lei si preoccupa.
“Ma infatti, gioia mia, tu stai tranquilla, non sarà niente. E’ solo che adesso, oltre alla debolezza di gambe, affanna un po’ quando viene a letto”
La telefonata va avanti a lungo, come tutte le mattine, la madre vuole sapere come viene trattata dalla famiglia del fidanzato, cosa le danno da mangiare, come si comporta lui. Anna continua a parlare per inerzia. Il suo cervello è già altrove, già abbarbicato a quella roccia che è suo padre e all’immancabile “io sto benissimo, io sto sempre bene” come risposta alle sue domande. L’ha sempre tutelata da tutto e da tutti. Aveva tentato, senza mai essere brusco, di tutelarla anche da questo fidanzato da cui ora è ospite. Le aveva detto più volte: “mi sembra strano che tu possa condividere la vita con uno che pensa solo a fare soldi”. Per suo padre i soldi avevano rappresentato sempre e solo un mezzo, niente di più. Ed ancora suo padre le diceva sempre: “Non tentare mai di far capire ad una persona mediocre la propria mediocrità. Non la migliorerà di una virgola e te la farà pagare a vita”.
Tornando con l’udito alle parole della madre, Anna tenta di tranquillizzarla, così come prova a tranquillizzare se stessa, che, da tempo, ha sviluppato una sorta di terrore nei confronti della salute di suo padre.
“Mi sa che vengo giù – dice Anna – Forse con me accanto si riprende, magari anche tu stai più tranquilla”
“Gioia fai come ti senti, ma pensa sempre prima a te stessa”.
Anna ora è a in un paesino del Salernitano, sul mare, posto meraviglioso per trascorrerci le vacanze estive. Lei è lì per altro, ci si sente parcheggiata. Ma quasi in dovere di sopportare quella collocazione dal momento che ha incontrato un ragazzo, con cui sta decidendo di costruire una famiglia.
“Mamma, cerca di mantenere la calma, l’età comunque c’è, ha avuto quello che ha avuto, io non mi preoccuperei più di tanto”.
Anna è terrorizzata. Da mesi sente vicina la morte di suo padre, non sa neanche lei perché e non fa altro che pensare a dove trovare la forza per affrontarla. Non ne parla con nessuno, solo con Giulio, il suo fidanzato, il quale le dice che è pazza, che non c’è motivo di avere pensieri del genere, che suo padre vivrà ancora a lungo. Tutto inutile. Lei continua a pensare di non potercela fare, a vivere nel terrore di dover fare a meno della spalla dell’unico uomo su cui sia mai riuscita ad appoggiare la testa e a come poter fare a meno dell’unico cervello cui ha sempre chiesto consiglio.
Quattro ore dopo Anna è diretta in Calabria…
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