Stuprata nel 2018. I carnefici arrestati oggi
11 Novembre 2019Milano. Agosto 2018: ventiduenne stuprata da tre uomini, uno dei quali minorenni, che riprendeva tutto con il cellulare. Solo oggi, a distanza di più di un anno, arrestati i due adulti, per altro legati alla camorra di Napoli e del Casertano. Del terzo, 17enne, si occuperà il tribunale dei minori
Milano. È l’estate del 2018, quando una ragazza di 22 anni viene circuita durante una serata in un locale all’Idroscalo e, nonostante le sue resistenze, costretta a bere e poi drogata. I carnefici sono in tre. Dopo averla stordita a dovere, la trasportano in auto in un appartamento. E qui inizia l’incubo: la giovane donna viene stuprata ripetute volte dai tre ed uno di loro riprende tutto con il cellulare.
L’inferno: è ciò che deve aver provato la ragazza in questione. Appare quasi, mi sia consentito l’azzardo, simile al massacro del Circeo. Certo, qui non ci sono morti. Non fisiche, almeno. Ma proviamo ad immaginare cosa è potuto succedere nella mente di questa ragazza. Uno shock che la segnerà a vita, una vita che trascorrerà nel tentativo di dimenticare, probabilmente senza riuscirci.
Ma la notizia forse ancora più sconvolgente, rispetto a questa di cui molti di noi avranno probabilmente memoria, è che solo oggi, a distanza di più di un anno, sono finiti in manette due dei tre responsabili. Sono il 32enne Antonio M., un pentito, e il 26enne Francesco F. , figlio di una collaboratrice di giustizia. Entrambe le situazioni riguardano storie di camorra a Napoli e nel Casertano. Del terzo, 17enne, che, oltre ad essere attivo come stupratore, durante le violenze aveva anche fotografato il tutto con il cellulare, si occupa il Tribunale dei minori.
E allora mi chiedo e vi chiedo: dove sono andate a finire tutte le attenzioni legislative nei confronti di soggetti che si rendono autori di crimini contro la donna? Che fine ha fatto la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne, ratificata a Istanbul l’11 maggio 2011e fatta legge in Italia il 27 giugno 2013?
Come, in questa orrenda vicenda, viene rispettata l’evidente “violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella sfera pubblica che nella sfera privata”? In che modo, continuo a chiedermi e domandare a voi, gli “obblighi internazionali degli Stati contraenti” di “indagare, punire i responsabili e riconoscere alle vittime adeguate misure di riparazione per i casi di violenza imputabili a soggetti privati” sono stati rispettati? Con un anno di ritardo? E uno di questi che definire animali mi sembra assai gentile, ancora in libertà perché minorenne? Francamente non ritengo debba essere questa la legislazione a tutela delle donne. Credo che un anno a questa vittima 22enne sarà sembrato un secolo. Fermo restando che, dopo un’esperienza così devastante, nessuno e niente le regalerà mai più la serenità.
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