Stupro Rimini. Il mediatore culturale di Bologna: “alle donne piace”. Sospensione non basta, merita interdizione
29 Agosto 2017Stupro Rimini. Brutto “ma solo all’inizio, poi la donna diventa calma ed è un rapporto normale». Sono le testuali parole scritte da un dipendente della coop sociale Lai-Momo, un mediatore culturale di 24 anni, sul suo profilo Facebook, riguardo gli stupri di Rimini. Commento rimasto online pochi minuti e poi rimosso, ma condannato duramente dalla coop e divenuto centro di polemiche infuocate
Stupro Rimini. Il meraviglioso universo femminile, quel mondo fatto di dolcezza, fascino ed intelligenza, secondo studi scientifici, superiore a quella maschile, è vittima di dolori ed atrocità, che, in parte, si possono combattere e si sta facendo di tutto perché ciò avvenga. Mi riferisco in primo luogo alle violenze che le donne subiscono, universalmente condannate e combattute in tutto il mondo occidentale.
Se c’è qualcosa di peggiore delle violenze subite in casa, dal proprio marito o compagno, che siano esse fisiche o psicologiche, più difficilmente identificabili, quel qualcosa, per una donna, è essere stuprata da uno sconosciuto, violata nel fisico e nell’anima. Non parliamo poi di quando ciò avviene da parte non di uno, ma di quattro energumeni, com’è successo pochi giorni fa, alla povera malcapitata sulla spiaggia di Rimini: episodio che ha sconvolto il Paese e rivoluzionato il sistema di controllo, fortemente potenziato, su uno dei litorali più frequentati d’Italia.
Se, ancora, esiste qualcosa di più aberrante di quanto accaduto, quel qualcosa è il giudizio di chi tenta, sottilmente, di attribuire la colpa del detestabile episodio, alla vittima dell’abominio. Ebbene, qualcuno ha avuto l’ardire di farlo e si tratta, oltre tutto, di una “persona” che lavora nel sociale, il che aggrava il peso di quelle parole insensate, prive di fondamento e condannabili sotto ogni profilo.
La cooperativa per la quale quest’uomo, che definire tale è un eufemismo, lavorava, lo ha attualmente sospeso. Ma, ci chiediamo, la sospensione è sufficiente? La risposta è un NO categorico. Questa “persona” andrebbe sottoposta a seri esami psichiatrici e poi, inevitabilmente, curata. Perché nessun essere umano di buon senso direbbe che alle donne piace essere stuprate. Poi, a modesto parere di chi scrive, vista la gravità delle parole dell’interessato, non sarebbe sbagliato interdirlo, sicuramente dichiararlo inabile a svolgere il suo lavoro, o forse non solo il suo.
“Se Dio non avesse fatto la donna, non avrebbe fatto il fiore”, diceva Oscar Wilde. Ed un fiore spezzato è distrutto per sempre.
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