Suicidi per amore, aumento allarmante
11 Febbraio 2016“Nessun uomo dovrebbe vivere senza aver sperimentato almeno una volta
la sana anche se noiosa solitudine di una dimora tra i boschi,
scoprire di dover dipendere solo da se stessi,
e per questo tirar fuori la vera forza interiore”.
Kerouac
I suicidi di ragazzi giovanissimi, in seguito a delusioni d’amore, stanno diventando un allarme da non sottovalutare.
Le delusioni d’amore sono spesso alla base della depressione femminile, ma ultimamente si legge non di rado di adolescenti maschi che si tolgono la vita a causa di un amore andato male.
Voglio precisare che affronto la questione da persona che ci è passata, dall’idea del suicidio, dalla depressione in ogni sua forma, non da esperta, psichiatra, psicologa o altro, per quanto l’esperienza di quasi 20 anni di psicoterapia mi abbia insegnato molto.
Partiamo da un presupposto: uccidersi è un gesto estremo, che solo chi non vede via d’uscita può riuscire a compiere. Dunque si presume che una persona che si toglie la vita sia depressa.
A chi di noi non è capitato di soffrire per amore? Ritengo che, almeno una volta nella vita, sia successo più o meno a tutti. La persona normale, generalmente, si riprende in un lasso di tempo variabile e riprende il proprio percorso. La persona depressa, o la cui depressione viene scatenata dalla delusione d’amore, rischia di non vedere via di scampo. Naturalmente è consigliabile consultare subito uno specialista.
Ma cerchiamo di vedere quali motivi reali portano a sentirsi depressi. Secondo la psicoterapia cognitiva post razionalista tutto ruota attorno alla percezione del sé. Se io, persona, mi considero valida ed utile solo perché sono amata da qualcuno, nel momento in cui l’amore viene meno, mi sento persa.
Ecco perché è importante mantenere sempre una cognizione del sé che prescinda dall’esterno, in questo caso l’oggetto dell’amore, ma può essere il lavoro, come uno sport cui si tiene molto. Una relazione sana deve partire dal presupposto che le due persone che ne fanno parte abbiano un’esistenza autonoma, uno prescindente dall’altra. L’altro è un valore aggiunto, non l’elemento indispensabile della vita. Generalmente nelle relazioni adulte è così che funziona ed ecco, forse, la spiegazione a tutti questi suicidi di adolescenti o ventenni, che, probabilmente sfiduciati nei confronti di una vita che attualmente non offre molte opportunità, perdendo l’amore, cessano di esistere.
Mai, invece, perdere di vista il proprio valore personale, la propria storia, il proprio essere: solo così si può evitare il rischio di andare in depressione, che sia per un amore fallito o per una delusione di qualunque altro tipo.
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