Suicidi in aumento, gioventù bruciata. Impiccato Chris Cornell. Allarme anche in Italia
19 Maggio 2017Suicidi. Chris Cornell trova sollievo alla sua disperazione nella morte. Dossier 2016 sullo stato di salute della popolazione dell’Osservatorio nazionale dell’Università Cattolica di Roma: in Italia aumentano i suicidi e il consumo di antidepressivi
L’allarme suicidi non riguarda solo l’Italia, ma questo rappresenta una misera non consolazione. Ciò che sta accadendo, a livello mondiale ed italiano in particolare, è l’urlo di disperazione, la richiesta d’aiuto di una popolazione di giovani e meno giovani, che covano un malessere acuto, avvertono un vuoto incolmabile, che altro non è se non lo specchio interiorizzato di una società che sta andando allo sbaraglio.
La fine di Chris Cornell, statunitense, idolo di milioni di persone in tutto il mondo, poco più che cinquantenne, voce di Soundgarden e Audioslave, trovato morto, impiccato, nel bagno di un hotel, è molto più che l’espressione del maledetto conflitto interiore con cui gli artisti, si dice, devono fare i conti tutti i giorni. La frase pronunciata dal musicista, durante l’ultimo concerto, “Sono davvero dispiaciuto per la prossima città”, deve far riflettere.
Circondati da un mondo di violenza inaudita, guerre in atto ed altre in agguato, condizioni economiche e lavorative, più che precarie, ridotte all’osso, la gioventù bruciata molto prima del tempo non può e non deve passare inosservata.
E veniamo all’Italia. L’aumento di suicidi, tentati suicidi e consumo di antidepressivi è un allarme da valutare, analizzare e, possibilmente arginare.
L’attuale crisi economica, con l’aumento della disoccupazione e la riduzione degli investimenti pubblici, insieme con il processo di invecchiamento della popolazione, rende necessario focalizzare l’attenzione sul benessere da mantenere in tutto l’arco della vita. Ed anche sulla salute mentale.
L’urlo di disperazione di un’intera generazione non può, come, di fatto, accade, lasciare indifferenti i soggetti che del benessere della popolazione dovrebbero occuparsi e sono, invece, in altre faccende affaccendati.
L’amarezza che scaturisce da questi dati dovrebbe smuovere le coscienze di chi li ha provocati. Al di là delle patologie avulse da agenti esterni, sociali ed economici, qui ci troviamo di fronte ad una popolazione giovanile che, a detta degli esperti, si ammala a causa del malcontento generale.
“Non abbiamo bisogno di chissà quali grandi cose o chissà quali grandi uomini. Abbiamo solo bisogno di più gente onesta”, diceva Benedetto Croce (non uno dei miei idoli, ci tengo a precisare). Ma adesso è davvero così. Avremmo bisogno di gente onesta per far fronte al malessere generalizzato di una popolazione che chiede continuamente aiuto e va, drammaticamente, a diminuire.
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