Trentola Ducenta. Prete abusa di bimba di 10 anni. Lei registra l’orrore e lo fa arrestare
8 Novembre 2019Trentola Ducenta. La bambina aveva raccontato ai familiari e ad alcuni parrocchiani delle violenze subite, ma nessuno le aveva creduto. Ha dovuto usare il cellulare per registrare l’orrore. Il prete è finito dietro le sbarre.
Trentola Ducenta. Questa è una storia brutta, che più brutta non si può. L’abuso di adulti su minori, di per sé, fa rabbrividire; se, poi, l’adulto in questione, è un prete, il tutto diventa agghiacciante, oltre ad aprire un capitolo infinito di riflessioni sulla Chiesa e su come essa venga gestita. Ma qui c’è un’ulteriore aggravante. La bambina abusata aveva capito benissimo cosa stesse subendo, tentando di dirlo ai genitori ed anche ad altri fedeli. Ma nessuno di loro le aveva creduto, lasciando che don Michele Mottola continuasse a fare i propri comodi e che la bimba seguitasse a subire quegli orrori.
Ma come si può, mi chiedo e vi chiedo, di questi tempi, non credere ad una bambina che denuncia un abuso? Come, se ne viene fuori, non dico uno al giorno, ma quasi…
Lei non si è arresa, però. Questa ragazzina, che deve diventare, a mio avviso, un esempio per tutti, dai minori alle donne vittime di violenza, questa ragazzina, evidentemente dotata di grande intelligenza, ha registrato gli orrori che subiva con il cellulare.
Di fronte all’evidenza, all’indiscutibile, vergognosa, realtà, i genitori hanno sporto denuncia. Troppo tardi, ma l’hanno fatto.
E sì che stiamo parlando di Trentola Ducenta, in provincia di Caserta, probabilmente una realtà culturalmente non troppo avanzata e va bene che don Michele Mottola fosse ritenuto un amico di famiglia al quale rivolgersi sempre, aggiungiamoci pure che, per salvaguardare il proprio “buon” nome, aveva convocato la mamma della bambina, dicendo alla minore che era una bugiarda, ma trovo aberrante che i genitori di questa bambina abbiano avuto bisogno della prova schiacciante per rispondere alla richiesta d’aiuto della figlia.
Di fatto sono i primi colpevoli del fatto che la bambina sia rimasta in quell’incubo, in quell’orrore sconfinato, da cui, alla fine, è uscita con le sue sole forze.
La buona notizia è che stamane sono scattate le manette ai polsi di don Michele Mottola, accusato di violenza ai danni di minore.
La bambina si è liberata dell’inferno in cui era stata scaraventata. Rimane, però, con una famiglia che non l’ha aiutata di fronte a una richiesta così esplicita di aiuto e protezione.
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