Uno sguardo supera la più profonda delle parole
20 Maggio 2015Lui non parla. Ma i suoi occhi dicono molto più di qualunque parola. Lui non parla, ma la sua presenza dice chiaramente sono qui con te. Lui non capisce il linguaggio umano, ma le sue orecchie si alzano se stiamo male, se abbiamo un problema, se qualcosa non va per il verso giusto.
Lui cerca ancora il suo “amico” scomparso più di un anno fa. Non perde occasione per mettersi dietro la porta della sua camera da letto, che trova, sempre, inesorabilmente, chiusa.
Lui, ora, trova in me quella minima parte di odore che è andato via per sempre, perché sono la figlia del suo “amico”. E segue ogni mio passo, ogni respiro, ogni piccolo movimento io faccia.
Lui si chiama Argo, è bellissimo, ancora adesso che è malato, e non fa che pensare alle persone che ama. Lui è la mia fonte di felicità continua, costante. Adesso, come da quando me ne sono innamorata, da quando è entrato nella mia famiglia.
Stasera avevo dei banalissimi crampi allo stomaco, dovuti probabilmente a stress accumulato. Lui è venuto accanto al divano, a leccarmi, prima, a sedersi ai miei piedi, dopo.
Lui è Argo. E spero viva più a lungo possibile, perché non è un cane, è un essere superiore a noi umani. E di più, come probabilmente tutti i cani sono.
Lui è Argo. Ha fatto parte della mia vita, se pure, a volte, a distanza, per otto anni. E spero che ne faccia parte più a lungo possibile. Perché, davvero, dopo tante perdite, importanti, adesso di lui non saprei come fare a meno.
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