Vergogna di Stato. Il Servizio Sanitario Nazionale investe nella salute mentale solo il 3%
11 Ottobre 2021Vergogna di Stato. Lo Stato dedica ai problemi di salute mentale, che sono sempre più in espansione, solo il 3% della spesa pubblica sanitaria. Se pensiamo che solo la depressione è ormai considerata il male del secolo, ci rendiamo conto di quanto ciò rappresenti un’imperdonabile vergogna. Il 3%, circa 3 miliardi e 300 milioni: una minuscola mollichina rispetto al problema di cui stiamo parlando. Basti pensare che in Italia, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nell’ultimo anno i suicidi sono stati 3780: un numero impressionante. Un dato allarmante che probabilmente si sarebbe potuto evitare se esistessero le adeguate cure per i disturbi psichiatrici.
Nel nostro Bel paese, però, chi soffre di questo tipo di disturbi e non ha la capacità economica di rivolgersi al privato, è totalmente abbandonato a sé stesso. Nei Centri di Igiene Mentale, quasi sempre, troviamo psichiatri poco attenti al disturbo di chi hanno davanti, che, il più delle volte, si deve accontentare dei più noti antidepressivi, quali, ad esempio, la paroxetina, che, posso affermare con certezza, quasi mai dà al malato effetti benefici. Al limite questi medici del servizio pubblico possono spingersi a prescrivere stabilizzatori dell’umore, come ad esempio il litio, magari senza richiedere gli esami del sangue periodicamente e dunque mettendo ancora più a rischio la salute del paziente.
Per non parlare dei reparti psichiatrici ospedalieri, dove, quando va bene, si viene trattati come detenuti, ma capita anche, l’ho visto fare con i miei occhi al San Camillo di Roma, che i pazienti, magari sofferenti di disturbo bipolare e in fase euforica, vengano legati al letto in attesa che bombe di sedativi facciano effetto.
In un campo così difficile da trattare, come quello della salute mentale, come si può sperare di guarire se ci si affida al pubblico? Se già nel privato ci sono grosse difficoltà a trattare un paziente con questi problemi, quante probabilità ci sono che il malato affidato al SSN superi l’incubo con cui convive giorno e notte?
Ciò che fa più rabbia è che, forse, limando gli stipendi esosi dei parlamentari, che si aggirano più o meno attorno ai 15mila euro al mese, le cose potrebbero andare meglio in un settore delicato come quello della salute mentale, già di suo penalizzato dal fatto di doversi affidare ad una scienza inesatta, che, a dispetto di tutte le altre malattie, ha fatto pochi e scarsamente risolutivi passetti negli anni.
Ma siamo in Italia, signori. Cosa sarà mai un suicidio o una vita devastata da disturbi quasi mai sostenibili, rispetto ai milioni di un parlamentare o quelli dei vitalizi di chi dai palazzi d’oro è ufficialmente uscito?
“Il sistema nervoso non è un vuoto suono, o un’invenzione. Ѐ un corpo fisico, formato di tessuti. La nostra anima occupa un corpo nello spazio e sta dentro di noi come i denti nella bocca. Non si può impunemente violentarla all’infinito”. (Boris Pasternak)
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