Vergogna di Stato. Al voto senza Green Pass: pericolo creato dal governo
4 Ottobre 2021Vergogna di Stato. L’affluenza bassa alle urne è stato il dato principale di questa tornata elettorale. Ma non è un discorso politico quello che vogliamo affrontare. Affluenza bassa sì, ma sufficiente a creare assembramenti e conseguente espansione del virus che da ormai due anni ha cambiato il nostro stile di vita. In peggio, naturalmente.
La certificazione di aver fatto due dosi di vaccino anti Covid è obbligatoria dal primo settembre per accedere alla maggior parte delle strutture al chiuso e dal 15 ottobre diventerà indispensabile anche per i lavoratori. Misure restrittive pesanti, ma, a mio parere, tutte legittime.
e allora, mi chiedo e vi chiedo, non sarebbe stato giusto richiedere il certificato verde anche per questa tornata elettorale? La mia risposta è priva di dubbio: sì. Anche perché, come sempre, il voto ha luogo nelle scuole, che, dopo un solo giorno di sanificazione, torneranno ad essere attive con le lezioni. Ma, mi chiedo e vi chiedo ancora, è sufficiente per salvaguardare l’incolumità degli studenti? Anche in questo caso la mia risposta è netta e decisa: no.
Eppure il governo non ha previsto l’obbligo di Green Pass per il voto delle amministrative. Perché? Ufficialmente una previsione contraria, sarebbe stata in conflitto con l’articolo 48 della Costituzione, che definisce il voto come un dovere civico di tutti i cittadini che abbiano raggiunto la maggiore età e come un diritto che non può subire limitazioni. Già, ma in casi di emergenza straordinaria, come la pandemia per la quale ci è stato chiesto di stare chiusi in casa per mesi, di limitare ogni attività possibile, dai matrimoni alle comunioni, alle feste, allo svago in generale, una pandemia che ha costretto gli studenti alla Didattica A Distanza, con conseguenti problemi per le famiglie e per i bambini e i ragazzi stessi, cui è stata impedita la socializzazione con i compagni e un apprendimento diretto, che tramite computer è risultato alterato e limitato; nel caso di un’emergenza del genere, non sarebbe stato opportuno arginare l’articolo 48 della Costituzione, pur di salvaguardare la salute dei cittadini?
Ma siamo in Italia, signori. E stiamo parlando di politica: cosa avrebbero fatto i partiti, da destra a sinistra, se avessero dovuto rischiare di perdere anche un solo voto? La domanda è retorica. Perché cambiare le nostre esistenze, per il governo è stato, giustamente necessario, ma toccare la politica, per carità, stiamo scherzando?
Eppure qui c’è poco da scherzare. Se dopo questo voto ci dovesse essere una nuova impennata del virus, che finalmente iniziava a prendere un trend in negativo, il governo inventerà qualunque scusa possibile, che non tocchi una politica marcia, attenta solo ai voti e alle poltrone.
Già, perché signori, siamo in Italia e dobbiamo rassegnarci ad un assetto malato, quasi più della pandemia di cui stiamo parlando. Alternative? Nessuna, a parte una rivoluzione che coinvolga i tutti i cittadini. E che non sarà mai possibile.
“Non abbiamo bisogno di chissà quali grandi cose o chissà quali grandi uomini. Abbiamo solo bisogno di più gente onesta”. (Benedetto Croce)
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