Violenza sulle donne: ciò che mai vorremmo vedere o ascoltare
25 Novembre 2015“Le radici della violenza: la ricchezza senza lavoro, il piacere senza coscienza, la conoscenza senza carattere, il commercio senza etica, la scienza senza umanità, il culto senza sacrificio, la politica senza principi”. Le parole, in cui ritengo ci sia tutto su questo tema, sono di Mahatma Gandi.
L’unico modo, per un uomo debole ed incapace, di farsi valere sulla propria donna, mi permetto di aggiungere, in occasione della giornata mondiale dedicata alla violenza sulle donne. Sia essa fisica o psicologica, non cambia molto. Si tratta di un crimine abietto con cui il sesso “forte” pensa di poterci tenere sotto scacco.
Cosa c’è di più semplice, di fronte all’infinita superiorità di una donna, per un uomo malato di onnipotenza, per un essere, chiamiamolo pure umano, che vuole far prevalere la propria autorità, che l’uso della violenza? Uno schiaffo, un calcio, una frase detta al momento giusto, una parola non detta nel momento sbagliato.
Quel che suscita rabbia sono i dati, ad oggi agghiaccianti: secondo l’Istat una donna su tre avrebbe subito violenza. Ciò significa che una vita su tre resterà segnata per sempre, perché le lacerazioni apparenti, quando si tratta di violenza fisica, il più delle volte si rimarginano, ma le ferite dell’anima non si cancellano. E consideriamo tutta quella violenza che non viene a galla, tutte quelle donne che, per paura o per vergogna, tengono ogni cosa dentro di sé.
Ciò che dovrebbe esser chiaro a tutti è che la parte debole della coppia, in caso di violenza, non è la donna, nonostante sia lei a subirne le conseguenze, a volte disastrose, forse più subdole ma anche più drammatiche, nel caso di violenza psicologica. La parte debole, malata, disturbata, è l’uomo.
Noi donne abbiamo dalla nostra un’arma contro cui niente e nessuno può: l’intelligenza, la forza d’animo e la capacità, quando necessario, di chiedere aiuto. Solo così possiamo fermare questa aberrazione tutta maschile.
E concludo con una frase di Papa Giovanni Paolo II, che ci riporta anche alla drammatica attualità che stiamo vivendo: “La violenza non risolve mai i conflitti, e nemmeno diminuisce le loro drammatiche conseguenze”.
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