No a violenza donne. Ma colpa non solo ai migranti
10 Gennaio 2016Violenza sulle donne: L’Huffington Post ne ha fatto una specie di battaglia culturale e politica. Sul web ne è nato una sorta di botta e risposta, in seguito a quanto accaduto a Colonia durante la notte di Capodanno: 379 le denunce sporte finora alla polizia, il 40% riguarda molestie o aggressioni sessuali Un qualcosa di inaccettabile, che pure accade tuttora, nel 2016. Ma non accade solo a Colonia e gli aggressori non sono solo nordafricani o arabi.
La grande penna di Lucia Annunziata ha scritto bene, come sempre: Nel complesso migliaia di donne inseguite, spaventate e disprezzate. Un incubo. Personale, ma anche politico: uno scenario di sfida senza precedenti, un terreno nuovo di scontro che ha faticato non a caso ad essere compreso, dalla polizia e dalla stessa informazione. Dopo tutto – dice sempre l’Annunziata – non è di tutti i giorni ascoltare Angela Merkel fare autocritica e parlare commossa “come donna” delle violenze subite dalle cittadine tedesche per mano degli immigrati. Ma tant’è. Le nostre deputate e senatrici non colgono o, possiamo dirlo, forse non hanno ancora avuto l’input dei loro partiti a dire qualcosa?
Sacrosanto. Il ragionamento non fa una piega, sottoscriviamo in pieno ed aggiungiamo che probabilmente non hanno la preparazione culturale e, tanto meno politica, per affrontare un tema del genere.
Ed ecco, però, che poi arriva il mattone sulle menti pensanti: “noi donne europee abbiamo bisogno di cominciare una discussione vera su quello che l’immigrazione sta portando nei nostri paesi; sul disagio, e sulle vere e proprie minacce alla nostra incolumità fisica che avvertiamo nelle strade, sui bus, nei quartieri delle nostre città” scrive qualcuno.
Ma perché, mi domando, noi donne europee abbiamo mai avuto certezza sulla nostra incolumità fisica? Anche prima del problema immigrazione. Quante volte abbiamo letto di violenze in pieno giorno su ragazzine, magari minorenni? E la colpa sarebbe davvero solo dei migranti?
No, ci dispiace ma da questo ci dissociamo. Difendere le donne non significa non difendere i migranti.
Il tema è delicatissimo, ma in questo caso c’è una distinzione ben precisa da fare. La violenza sulle donne è un problema. L’immigrazione è tutt’altra cosa. Entrambi vanno affrontati, ma non puntiamo il dito sui migranti quando parliamo d’incolumità femminile. Non assolviamo automaticamente i nostri uomini occidentali, che, spesso travestiti da persone per bene, possono usare violenza su noi donne e spesso passarla liscia perché neanche denunciati.
Trovo ingenuo e riduttivo ritenere che la soluzione del problema migranti risolverebbe quello della violenza sulle donne. E’ un po’ come dire Riina è in carcere, la mafia è finita.
Quello della violenza sulle donne è problema di portata, mi sia consentito dirlo, colossale, perché spesso occulto. Chi scrive, insomma, non ha dubbi: il problema dei migranti è, per quanto delicato, risolvibile. Quello della violenza sulle donne lo è molto più difficilmente, perché ha troppe sfaccettature spesso trascurate. Naturalmente a voi la parola ed il contraddittorio.
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