Depressione, quella ricerca della “pazza gioia” che troppo spesso fallisce. E c’è chi respinge i malati
20 Settembre 2017Depressione. Roberto Gervaso sostiene che, durante i suoi episodi acuti, avrebbe preferito che gli fosse diagnosticato un cancro. Perché quella è una malattia “a tutti gli effetti”, una maledizione “di tutto rispetto”: visibile, il più delle volte; diagnosticabile, senza se e senza ma… La depressione, invece…
Qualcuno scrisse che il sistema nervoso fa parte del nostro fisico, come i denti nella bocca Quando esso viene intaccato da una patologia, che sia di origine genetica, ambientale o comportamentale, è raro che la patologia in questione venga compresa dall’esterno. Questo è il problema forse più grave della depressione, che provoca sofferenze atroci, a volte non arginabili, se pure sotto pesanti cure farmacologiche e puntuali sedute psicoterapeutiche.
Tutto ciò viene reso in maniera encomiabile, commovente direi, nel film “La pazza gioia”, dove il dolore delle protagoniste è messo in scena in modo così perfetto, che lo spettatore arriva a sentirlo direttamente. Così come la spasmodica ricerca di un briciolo di felicità di due donne smarrite e profondamente sole, soprattutto, infinitamente sole, entrambe con un vissuto drammatico, pur differente una dall’altra. Ed ecco il dramma nel dramma: spesso chi soffre di depressione viene allontanato dagli altri, ma ciò avviene solo nel caso in cui non si abbiano affetti reali. Chi ci ama, lo fa per come siamo. Chi ci allontana, semplicemente non ci vuol bene abbastanza.
Quel sorriso malinconico di una Bruni Tedeschi, suprema in tutta l’interpretazione del film di cui sopra, quello sguardo lanciato da dietro una finestra all’amica che ritorna, pur silenzioso, dice un mare di parole. La scena finale del capolavoro cinematografico di Virzì esprime mille concetti: basta un po’ di affetto a rendere quasi tollerabili le sofferenze, un po’ di condivisione, per non sentirsi del tutto abbandonati. E concludo citando le parole che ieri mi ha rivolto mia sorella, durante una giornata di buio: “io non vorrei un’altra sorella, io ti amo così come sei, con i tuoi alti e bassi, con tutto il tuo dolore”… Basta l’amore…
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