Comunali, vince Lega, Casta e voti di scambio. Ecco i 2 motivi del risultato
11 Giugno 2018Comunali. Il risultato è molto chiaro. Le motivazioni, 2, a nostro avviso.
La prima riguarda la Lega, che trainando tutta la coalizione, ha portato al trionfo il centro destra. Questo, nonostante la polemica sollevata da Salvini sul barcone in arrivo nel nostro paese, con il quale ci si è messi a giocare a palla con Malta. A palla, sì, come se su quella barca non ci fossero esseri umani, comprese donne, anche incinte, bambini, come fossero il nulla.
La seconda spiegazione sta, purtroppo, nel fatto che le regole di Casta padrona, marciume che sinora ha regnato nel Paese, voti in cambio di favori, collusione, corruzione ed altro ancora, sono dure a morire e la fanno ancora da padrone, nonostante il neo governo, che continuano a chiamare “dei populisti”.
A conferma della resistenza di tali, becere, dinamiche, c’è una lettera pubblicata sabato scorso dal “Foglio”, con titolo “La voce del padrone”, scritta, appunto dal suo stesso editore. Il finanziatore di un quotidiano quanto più possibile lontano dall’ei fu sinistra e, inutile dire, dall’attuale governo, sostiene che dietro “le critiche e gli sberleffi” , “saliti di livello” dopo il giuramento del premier e dei ministri c’è “la consorteria di interessi che unisce una parte della ‘vecchia’ politica, la burocrazia finanziario-amministrativa e alcuni media”.
Traduzione: a partire da Forza Italia per finire al Partito Democratico, le opposizioni si mettono di traverso alle proposte del nuovo esecutivo semplicemente perché non hanno intenzione che le cose cambino. Della serie: la Casta è Casta e tale deve rimanere, con tutti i suoi privilegi, i giochini sporchi di corridoio, le leggi ad ok per salvare dalla galera tale o tal’altro parlamentare e mi fermo per evitare di tediare il lettore.
“La débâcle dei partiti tradizionali – scrive ancora l’editore del “Foglio” – per l’incapacità di innovarsi, come aveva previsto Aldo Moro, ha portato la politica a diventare di fatto impotente, come dimostra l’inefficacia degli ultimi governi, nel rispondere alle richieste dei cittadini”. Da qui la sorprendente riflessione di Valter Mainetti : “è doveroso dare un’apertura di credito a un presidente del Consiglio e nel caso, a Giuseppe Conte”.
L’inattesa lettera del finanziatore del quotidiano diretto da Claudio Cerasa, dovrebbe far riflettere. Già, perché a votare non è andata la Casta. Alle urne, si sono recati i cittadini, per quanto pochi (l’affluenza è stata bassa, ndr). Dunque, la responsabilità di un paese corrotto, sporco, colluso e chi più ne ha, più ne metta, a questo punto, ricade su quei cittadini talmente deviati da qualunque forma di bisogno, da vendersi al miglior offerente, politico di facciata, faccendiere e corrotto di natura.
“Un popolo che elegge corrotti, impostori, ladri, traditori, non è vittima, è complice”, diceva George Orwell. Da parte nostra, il pensiero va di pari passo con il suo. Dunque, per una volta, non ci accaniamo contro i politici, non del tutto, almeno; riteniamo che il disastroso risultato di queste elezioni comunali sia la conseguenza di un elettorato, disperato forse, ma corrotto anch’esso, quasi quanto il risultato di queste elezioni comunali.
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